Collana di Studi, 10, Genova, 2014
- Giuseppe Crosa di Vergagni 1886-1962, pp. 304
Giovanni Battista Crosa di Vergagni, Giuseppe Crosa di Vergagni (Belluno, 1886 – Genova, 1962), pp. 8-13
Silvio Ferrari, Il profilo personale e la mole degli interventi, pp. 14-25
Guglielmo Polastri, Crosa e la sua città, pp. 26-41
Gianni Bozzo, Rivisitazioni manieriste e barocche, pp. 42-59
Gianni Franzone, Villa Borzino: un esempio di revivalismo neo-cinquecentesco degli anni Venti, pp. 60-79
Francesco Tomasinelli, Caratteri significativi dell'architettura di Giuseppe Crosa di Vergagni: la fontana di piazza De Ferrari, pp. 80-89
Matteo Fochessati, Giuseppe Crosa di Vergagni e i palapubblici per l'arte e lo spettacolo, pp. 90-113
Paola Crosa di Vergagni, Una avventura in Brasile, pp. 114-127
Dario Nicolini, La documentazione fotografica e l'archivio, pp. 128-129
Alessandro Casarino, Un'esperienza di schedatura “a lungo termine”: lo studio e la catalogazione dell'archivio Crosa nel 1996-1997, pp. 130-133
Silvana Balbi, Villa Borzino. Problemi di conservazione e ipotesi direstauro e riuso di una dimora di villeggiatura degli anni Venti, pp. 134-140
Progetti realizzati 1922-1955, pp. 141-182
Regesto, pp. 183-303
Giuseppe Crosa di Vergagni nacque nel 1886 a Belluno da una nobile famiglia genovese. Si laureò nel 1912 al Politecnico di Milano, dove fu allievo di Gaetano Moretti.
Nella prima fase della sua carriera effettuò molti lavori nel territorio genovese: dalla villa Borzino a Busalla del 1922, al villino Panizza a Crocefieschi, del 1926. Altri numerosi interventi li effettuò su palazzi e ville del Genovesato.
Nel 1929 assunse la carica di segretario provinciale del Sindacato Fascista Architetti e dal 1931 al 1932 fu segretario regionale; nel 1932, in disaccordo con gli esiti del piano regolatore di Genova, rassegnò le dimissioni a testimonianza del profondo dissenso con le Amministrazioni locali e le alte gerarchie del regime.
Nella rassegna delle opere nvanno ricordate: la casa del Balilla (1930), il palazzo oer la nuova sede amministrativa delle acciaierie Ilva; e il più recente palazzo Terzano del 1938.
Fra il 1935 e il 1936 realizzò la fontana di piazza De Ferrari, dacendo costruire la vasca in unica fusione. Nel corso della sua attività si occupò della riabilitazione e della riqualificazione di non pochi palazzi storici genovesi; della trasformazione di edifici esistenti; della progettazione di costruzioni ospedaliere, ecclesiastiche e per il tempo libero, nonché della realizzazione di monumenti celebrativi e opere funerarie.
Il volume analizza tutta la messe della documentazione disponibileevidenziandone la produzione più significativa e gli inediti pervenuti.